Carissimi amici
vi invitiamo a partecipare e diffondere
gruppo Emergency Belluno
Belluno respinge il razzismo:
per un territorio aperto, democratico e solidale
"per chiedere l'apertura di un dibattito pubblico sul sistema nazionale di accoglienza e in particolare sulla sua attuazione nel territorio bellunese, per capire quale può essere il fondamentale apporto all'accoglienza del volontariato e tutte le espressioni della società civile bellunese, perché le migrazioni non vengano più trattate come una questione di pubblica sicurezza, ma come una reale questione di cittadinanza, una cittadinanza plurale, inclusiva ed interculturale, che è l'unica, reale, prospettiva di futuro."
"per chiedere l'apertura di un dibattito pubblico sul sistema nazionale di accoglienza e in particolare sulla sua attuazione nel territorio bellunese, per capire quale può essere il fondamentale apporto all'accoglienza del volontariato e tutte le espressioni della società civile bellunese, perché le migrazioni non vengano più trattate come una questione di pubblica sicurezza, ma come una reale questione di cittadinanza, una cittadinanza plurale, inclusiva ed interculturale, che è l'unica, reale, prospettiva di futuro."
inoltre ti invitiamo a partecipare al
presidio in Prefettura a Belluno, sabato 1 novembre alle ore 14:30
presidio in Prefettura a Belluno, sabato 1 novembre alle ore 14:30
Di seguito vi consigliamo di leggere L'appello per intero!
Belluno respinge il razzismo: per un territorio democratico, aperto e solidale.
Da qualche mese anche il territorio Bellunese sta affrontando gli effetti delle migrazioni che dal sud e dall'est del mondo attraversano l'Europa e le sue frontiere, un evento che ha dimostrato la grande solidarietà del nostro territorio ma anche alcune storture nella gestione dei Richiedenti Asilo.
Vi sono alcuni fatti da cui non è possibile prescindere: le migrazioni sono ormai un fenomeno inarrestabile, connaturato alla società globale, in cui tutto si muove continuamente e gli unici a non poterlo fare, almeno in una direzione, sono gli uomini. La povertà e lo sfruttamento dei paesi africani, l’espandersi di fenomeni di fanatismo islamico e antidemocratico come l’ISIS, Boko Haram, le persecuzioni e le violenze nei confronti delle minoranze etniche e religiose, l’annientamento dei popoli armeno e siriano, il caos della Libia post Gheddafi e ciò che in maniera diversa resta delle primavere arabe, ci obbliga ad ampliare il nostro sguardo.
In queste settimane, poi, la resistenza che il popolo curdo porta avanti contro l’Isis, nell'indifferenza della comunità internazionale, proponendo un modello di partecipazione democratica che garantisce totale parità di genere e totale libertà, forza anche il nostro ragionamento ad uscire dalla logica delle “vittime”, pensando agli altri popoli come soggetti, non dati della contabilità di un mondo uniforme.
Questo mentre, nella Fortezza Europa, il quadro legislativo determinato dalla Convenzione di Dublino II, obbligando alla sosta nel paese al quale vengono rilasciate le proprie generalità, impone procedure che impediscono lo spostarsi delle persone verso le loro reali mete, troncando la realizzazione di progetti di vita già organizzati e per cui si è speso molto, anche in termini di denaro.
Questo, nella distanza del territorio che viviamo, e che però di questi fenomeni partecipa, ci impone di ragionare su sistemi di accoglienza che vadano oltre l'emergenza.
L'ospitalità offerta ai continui sbarchi sulle coste siciliane non può essere più gestita, anche a Belluno, con la logica dell'emergenza ed espressa dalle prime convenzioni tra Prefettura e Cooperative. E' indispensabile adottare un sistema che sappia andare oltre il mero vitto e alloggio e che abbia come prospettiva, non l'assistenzialismo, ma la riconquista della propria autonomia, da parte dei migranti, nell'ottica di una società interculturale. E' ora di aprire un dibattito pubblico, trasparente e coordinato rispetto all'accoglienza dei migranti a Belluno, perché crediamo che i soldi pubblici debbano essere spesi per trasformare quest'“emergenza” (stiamo parlando di 160 persone su 200 mila) in una prospettiva di reale di sviluppo e inter-azione, ovvero scambio e vita comune, per i cittadini stranieri e i per cittadini della nostra Provincia.
Consci che l'esclusione sociale, l'emarginazione e la xenofobia sono il terreno di lavoro di criminalità
organizzata e fanatismi vari, siamo convinti che il nostro territorio possa rispondere a questa sfida in modo positivo e strutturato.
Da qualche tempo, inoltre, assistiamo all’acuirsi nel dibattito pubblico di posizioni sempre più
discriminatorie e spesso di vero e proprio stampo xenofobo nei confronti di migranti e dei richiedenti asilo ospitati nel territorio bellunese.
Un dibattito strumentale e semplificato tutto giocato sulla pelle di famiglie e singoli che fuggono da paesi dove la loro incolumità e la semplice prospettiva di una vita dignitosa sono messe a rischio ogni giorno, una situazione che dall'Africa fino alla Siria, ci interroga da vicino sulle responsabilità politiche ed economiche dei “paesi occidentali” rispetto all'instabilità e ai conflitti di quelle aree da cui queste persone, legittimamente, fuggono.E mentre uomini e donne continuano a morire in mare, c’è chi preferisce, a scopo puramente propagandistico ed elettorale coltivare vere e proprie campagne d'odio nei confronti di soggetti vulnerabili ed in evidente stato di necessità, una dinamica della “guerra al più povero” che vorrebbe scaricare su queste persone colpe e responsabilità che andrebbero ricercate nel nostro modello di sviluppo.
Noi rifiutiamo queste logiche barbare, perché sappiamo che le politiche economiche e finanziarie che
rendono precaria e impoveriscono la nostra vita, sono le stesse che colpiscono i più basilari diritti umani dei migranti.
Questo territorio ha storicamente contribuito in maniera massiva all'emigrazione italiana nel mondo,
quando, agli inizi del novecento o nel secondo dopoguerra era dalla locale miseria che si fuggiva.
Viviamo in un periodo di particolare smemoratezza, ed è inquietante, invece, vedere che all’interno di quel meccanismo di banalizzazione e semplificazione delle questioni stiano facendo la loro comparsa gruppi esplicitamente neofascisti come Forza Nuova e Casa Pound, portatori di contenuti e di pratiche razziste, discriminatorie e violente, che nelle nostre comunità non hanno mai trovato alcuno spazio. In un territorio, il bellunese, che ha dato un così importante contributo alla lotta di Liberazione dal nazi-fascismo.
Per questi motivi, per la difesa dei più basilari diritti di cittadinanza e d’inclusione, contro ogni forma di discriminazione, razzismo e fascismo abbiamo deciso di dar vita per sabato 01 novembre alle
ore 14.30 ad un presidio in Prefettura a Belluno. Invitiamo tutte le cittadine e i cittadini, la società civile, il mondo associativo, le forze sindacali e politiche democratiche ad aderire a questo appello e a partecipare.
È un modo per chiedere l'apertura di un dibattito pubblico sul sistema nazionale di accoglienza e in
particolare sulla sua attuazione nel territorio bellunese, per capire quale può essere il fondamentale
apporto all'accoglienza del volontariato e tutte le espressioni della società civile bellunese, perché le
migrazioni non vengano più trattate come una questione di pubblica sicurezza, ma come una reale
questione di cittadinanza, una cittadinanza plurale, inclusiva ed interculturale, che è l'unica, reale,
prospettiva di futuro.
Per adesioni: primonovembre2014@libero.it
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